Smartworking, Covid-19 e dolore alla schiena: cosa ci sta succedendo?
03 febbraio 2021
“Negli ultimi mesi mi è tornato il mal di schiena, non riesco a farmelo passare neanche con i farmaci!”
“Non riesco più a stare al PC, il lavoro da casa mi sta pesando tantissimo.”
“Sento sempre la schiena pesante e ho male a una gamba, ho fatto di tutto ma la situazione continua a peggiorare.”
Questi sono tra i più ricorrenti problemi che ci siamo ritrovati ad affrontare in quanto fisioterapisti nell’ultimo anno.
La situazione che stiamo affrontando, legata alla pandemia COVID-19, ha portato dei cambiamenti drastici nel nostro stile di vita: è una coincidenza che i tuoi sintomi siano iniziati o abbiano avuto un peggioramento proprio nella primavera del 2020?
Sono moltissime le ragioni collegate a questi peggioramenti, ecco alcuni indizi:
- lo “smart working” non è di semplice gestione per tutti, costringendoci spesso a lavorare da postazioni improvvisate tra divano, scrivanie basse, sedute scomode, tavoli da pranzo...in sintesi, totale mancanza di privacy ed ergonomia
- con la chiusura dei centri sportivi abbiamo perso la nostra routine di attività fisica, e magari abbiamo iniziato ad allenarci a casa senza un feedback sulla qualità/quantità degli esercizi che svolgiamo
- i nostri figli continuano ad alternare periodi di didattica a distanza e periodi di didattica in presenza, costringendoci continuamente ad adattare le nostre giornate (e la nostra pazienza, possiamo dirlo!) in modo sempre più complicato
- la quarantena ci ha portati, nostro malgrado, a stare seduti MOLTO di più rispetto a quello che facevamo prima
abbiamo spesso dovuto rinunciare ai nostri svaghi, le nostre passioni, gli affetti, i gruppi di amici... tutto ciò che ci aiutava a migliorare la qualità della vita è cambiato, anche più di quanto ci aspettassimo
Tutti i cambiamenti che abbiamo affrontato hanno delle conseguenze non solo sulle nostre posture e abitudini motorie, ma anche sul nostro sistema nervoso autonomo, in particolare il ramo simpatico, che continua ad inviare segnali attraverso l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene rilasciando ormoni dello stress (i più conosciuti sono il cortisolo e l’adrenalina) i quali, se non trovano sfogo e si accumulano nel tempo, diventano dannosi per il benessere della persona.
Per semplificare, ci troviamo davanti ad un circolo vizioso: lo stress fa sì che i nostri muscoli siano perennemente in uno stato “di guardia” e quando questo si protrae nel tempo può portare a tensioni muscolo scheletriche, in particolare a livello di collo, spalle e schiena.
Cosa possiamo fare per uscire da questo circolo vizioso?
- Curiamo qualità e quantità del nostro sonno: è un piccolo gesto, ma può fare la differenza nelle situazioni di stress prolungato.
- Cerchiamo di inserire delle pause attive nella nostra giornata lavorativa: ogni volta che ci è possibile, proviamo ad alzarci e a fare una camminata o qualche semplice esercizio di auto-mobilizzazione per uscire dal circolo vizioso delle posture mantenute.
- Se i dolori sono già presenti, non aspettiamo la cronicizzazione e rivolgiamoci ad un fisioterapista esperto che ci aiuti a risolvere le problematiche muscolo scheletriche prima possibile.
- Iniziamo un programma di allenamento sano e consapevole: affidarsi ad un personal trainer qualificato ci garantisce una valutazione del nostro livello di abilità motoria e una successiva impostazione degli esercizi e delle frequenze più adatte al nostro caso, prevenendo infortuni.
- Chiediamo supporto psicologico: in molti casi, affidarsi ad un esperto è il regalo migliore che ci si possa fare, soprattutto in situazioni nuove e complicate come questa.
- Non dimentichiamoci di curare la nostra alimentazione: per funzionare bene, il nostro corpo ha bisogno della benzina giusta, ed il supporto di un bravo nutrizionista può davvero fare la differenza.
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Bibliografia:
https://www.apa.org/topics/stress/body
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3894304/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4415130/
https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0121159
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30380507/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2200681/