Corso Moncalieri, 448 Torino

  • Servizi

  • Chi Siamo

  • Specializzazioni

  • Convenzioni

  • Blog

  • Contatti

Ottobre in rosa: la prevenzione del cancro al seno

Ottobre è il mese della prevenzione del cancro al seno, la neoplasia più frequente nelle persone di sesso femminile: secondo le ultime fonti AIRTUM-AIOM ogni anno in Italia vengono diagnosticati 55.500 nuovi casi, tra i quali 55.000 sono donne e 500 interessano il sesso maschile.

Purtroppo le statistiche segnalano un continuo aumento dell’incidenza di questo tumore ma grazie ai continui progressi della medicina e agli screening per la diagnosi precoce è attualmente possibile una maggiore percentuale di guarigioni rispetto al passato.

Nell’ottica di favorire questo trend positivo ci schieriamo a fianco di tutti i professionisti che sostengono l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce, armi fondamentali nella lotta contro questo tumore.

La corretta informazione gioca un ruolo fondamentale: conoscere la malattia aiuta non solo ad affrontarla ma anche ad identificarla quando è ancora in uno stadio iniziale.

Individuare un tumore ancora molto piccolo aumenta notevolmente la possibilità di curarlo in modo definitivo: ecco perché la prevenzione è fondamentale.

Cosa comprendono i programmi di screening?

  • La prevenzione del tumore al seno può cominciare a 20 anni, periodo in cui è consigliabile iniziare ad effettuare l’autopalpazione ed è raccomandabile un controllo annuale del seno eseguito dal proprio ginecologo o da uno specialista senologo qualora ritenuto opportuno dal proprio medico.
  • A partire dai 50 anni (40 in caso di familiarità per questo tumore) le visite di routine dovranno essere abbinate a visite senologiche e strumentali più precise, che comprendono ecografia e/o mammografia ogni 1 o 2 anni, a seconda del proprio caso.
  • Eccezioni da considerare: le linee guida AIOM indicano come opportuno anticipare i controlli mammografici (con eventuale inserimento di risonanza magnetica mammaria) già a 25 anni - o 10 anni prima dell’età di insorgenza del tumore nel familiare più giovane - nelle donne ad alto rischio (importante storia familiare di carcinoma mammario o presenza di mutazione di BRCA1 e/o BRCA-2).

Si può prevenire?

Secondo le ultime indagini, si stima che adottare uno stile di vita salutare possa evitare la comparsa di un cancro su tre.

I pilastri alla base del raggiungimento di uno stile di vita più sano sono pochi e alla portata di tutti:

  • curare l’alimentazione, prediligendo un’alimentazione mediterranea varia ed equilibrata
  • mantenere un’idratazione adeguata (almeno 1.5 litri d’acqua al giorno)
  • adottare uno stile di vita attivo, che includa un minimo di 30 minuti di attività fisica moderata per almeno 5 giorni a settimana - se possibile scegliendo di includere del tempo all’aperto, ancora meglio se a contatto con la natura
  • evitare il consumo di alcool e il fumo - compreso quello passivo.

Come effettuare una corretta autopalpazione?

L’autopalpazione è un esame che ognuno di noi può e dovrebbe effettuare in autonomia a casa, con cadenza mensile.

In età fertile è opportuno scegliere un giorno tra il 7° e il 14° giorno del ciclo mestruale per via dei cambiamenti ormonali, mentre in menopausa non ci sono giorni maggiormente idonei quindi è possibile scegliere a proprio piacimento.

L’esame si svolge in due fasi:

  • L’osservazione, che dovrà avvenire a petto nudo davanti a uno specchio, inizia con le braccia rilassate e si va a controllare la forma del seno, la sua simmetria, eventuali cambiamenti, escoriazioni o ispessimenti di tutta la zona, comprese eventuali secrezioni dai capezzoli; successivamente si ripete l’osservazione con le mani sui fianchi ruotando il busto a sinistra e destra, in modo da poter vedere i seni anche di profilo; infine si conclude portando le mani in alto, dietro la nuca, e verificando anche in questa posizione l’aspetto del seno e di eventuali difformità.
  • La palpazione, che andrà eseguita sia in piedi che sdraiata, dove si va a palpare con tre dita il seno opposto usando movimenti circolari che partono dall’esterno e vanno verso l’interno, ricoprendo così tutta la superficie della ghiandola mammaria, senza dimenticarsi di esaminare anche il cavo ascellare.

Quali sono i segni cui prestare particolare attenzione durante l’autopalpazione?

Qualsiasi mutamento o alterazione nella forma, consistenza e dimensioni del seno rispetto al controllo precedente deve essere approfondito; durante le diverse fasi del ciclo mestruale è però normale notare una variazione di questi aspetti per questioni ormonali, ed è per questo che l’autopalpazione va effettuata tra il 7° e il 14° giorno del ciclo, così da non destare falsi allarmi.

Particolare importanza va riferita al rilevamento di noduli, dolore, gonfiore, irritazioni o increspature, cambiamenti di forma/consistenza a livello dei capezzoli, secrezioni (ovviamente se non si sta allattando), senza tralasciare eventuali noduli sotto le ascelle.

Come può aiutarmi la fisioterapia in caso di tumore al seno?

In caso di tumore al seno è fondamentale il lavoro in equipe multidisciplinare ed il fisioterapista adotterà una presa in carico in accordo con il personale medico specializzato, unendo le proprie competenze e la propria valutazione a quelle del team.

In base alle fasi di guarigione, al tipo di intervento chirurgico ed alla terapia associata, si potranno intraprendere differenti percorsi volti al recupero della funzionalità, dell’autonomia e della migliore qualità di vita possibile della persona al centro delle cure.

  • Educazione terapeutica post chirurgica: intervento del fisioterapista nell’educare ad un corretto stile di vita, volto alla riduzione dei rischi di insorgenza di esiti post chirurgici che comportino una riduzione della qualità della vita.
  • Trattamento degli esiti post chirurgici: intervento del fisioterapista volto a migliorare la funzionalità, il dolore, la postura, recuperare la libertà di movimento, ridurre le complicanze loco regionali (cicatrici, ematomi, retrazioni capsulari delle protesi al seno), ridurre le complicanze post radioterapiche o farmacologiche quali ad esempio la “fatigue” e le alterazioni dell’apparato muscolare.
  • Trattamento del linfedema: presa in carico di eventuali danni al sistema linfatico da parte del fisioterapista (che deve essere specializzato in linfologia), tramite un percorso di fisioterapia complessa decongestiva supportato da un’equipe medica specializzata in linfologia.

Lo scopo dell’intervento del fisioterapista in questo delicato percorso è definire e raggiungere gli obiettivi con il paziente, diventando suo alleato, ottenendo la sua fiducia e la sua completa collaborazione: è importante essere presenti e protagonisti del proprio percorso di cura, in modo da favorire ed aumentare i risultati, raggiungendo grazie al lavoro di squadra la maggior qualità di vita possibile.

Fonti

- Linee guida AIOM 2020

- Area divulgativa relativa allo screening mammario - AIRC

Ringraziamo A.I.F.I. ed il NIS fisioterapia in linfologia per la bellissima brochure “Fisioterapia in Senologia: Una guida nel recupero della tua salute e del tuo benessere”, fonte di ispirazione per questo articolo ed importante strumento di divulgazione consultabile e scaricabile a questo link

https://aifi.net/ottobre-in-rosa-il-progetto-del-nis-fisioterapia-in-linfologia/